Il Papiro di Ani o Libro dei Morti tra magia e spiritualità
Nelle profondità delle antiche tombe egizie, furono recuperati innumerevoli reperti importantie tra questi anche uno straordinario testo funerario noto come Papiro di Ani o Libro dei Morti, che è stato usato come spunto per molti fumetti, romanzi e film, giusto per citarne uno “La Mummia. Esso fa luce sulle credenze e sui rituali che circondano il viaggio dell’anima nell’aldilà. Il testo risale al XIII secolo a.C. è custodito nel Regno Unito.
Il Papiro di Ani è in realtà uno degli esempi più celebri e meglio conservati del Libro dei Morti, non l’unico, come purtroppo di tanto in tanto si sente dire da qualcuno. Consiste in una serie di incantesimi, preghiere e illustrazioni intese a guidare e proteggere i defunti nel loro cammino verso il regno di Osiride, il dio dell’aldilà. Visitando il Museo egizio di Torino, si possono osservare diversi esempi di iscrizioni rituali magiche, oltre che un numero incredibile di papiri, non è quindi necessario arrivare al British museum per effettuare ricerche di questi tipo.
Il testo prende il nome da Ani, un eminente scriba vissuto durante il periodo del Nuovo Regno. Il rotolo splendidamente illustrato offre uno sguardo accattivante sulle credenze religiose e sui costumi dell’antico Egitto.
La storia del Papiro di Ani
Il Papiro di Ani è un manoscritto arrotolabile con geroglifici scritti in corsivo e illustrazioni a colori che è stato prodotto, come abbiamo già detto, dallo scriba di nome Ani di Tebe nel 1250 a.C., durante la XIX dinastia del Nuovo Regno dell’Antico Egitto. Gli egiziani compilarono un libro individualizzato per alcune persone dopo la loro morte chiamato il Libro dell’uscita di giorno , più comunemente noto come già accennato il Libro dei morti.
Il rotolo fu scoperto a Luxor nel 1888 dagli egiziani, che commerciavano in antichità illegali. Venne quindi acquistato da E.A. Wallis Budge, come descritto nella sua autobiografia By Nile and Tigris.
Dopo l’aquisto effettuato da Budge, si dice che la polizia egiziana arrestò diversi antiquari di roba trafugata o illegale e ha sigillato le loro case prima che egli potesse recuperare gli oggetti acquisiti. In una delle case erano contenuti i reperti da lui acquistati, incluso il papiro.
Si dice anche, che Budge distrasse le guardie che impedivano gli ingressi alle case sequestrate, offrendo loro un pasto, nel mentre. i locali da lui pagati, scavavano sotto le mura della casa per recuperare gli oggetti trafugati per consegnarli al lui, incluso il Papiro di Ani. Conservati in diverse scatole di latta personalizzate, il papiro e altri oggetti che Budge aveva acquisito furono poi contrabbandati al principale bibliotecario del British Museum. Budge venne quinde pagato dal Tesoro britannico per conto del British Museum per l’acquisizione del papiro.
Il testo del Papiro di Ani
Il testo descrive varie fasi del viaggio dell’anima nell’oltremondo e fornisce istruzioni molto precise su come il defunto debba superare gli insidiosi ostacoli incontrati nell’aldilà. In esso si sottolinea l’importanza della condotta morale e si evidenziano i rituali e le offerte necessarie per una transizione di successo a quello che è il regno della vita eterna.
Il papiro di Ani presenta vivide illustrazioni raffiguranti scene di giudizio, divinità e incantesimi e rientra in una pletora di testi magico ritualistici. Queste intricate immagini offrono una narrazione visiva esaustiva, ritraendo il defunto che interagisce con gli Dei, recitando incantesimi e subendo i rituali necessari per la sua risurrezione e per raggiungere l’immortalità.
Lo studio del papiro di Ani ha permesso ad archeologi e storici di ottenere informazioni sulle credenze religiose, dando ad essi un migliore quadro della situazione dei rituali di questa tipologia, nell’antico Egitto. La cosmologia e le pratiche funerarie Egizie sono complesse e precise, vengono descritte in molti luoghi, ma qui le troviamo praticamente in una delle sue forme più dettagliate e chiare. Esso fornisce preziose informazioni sul ruolo della magia rituale, sul concetto di anima e sulle complessità del pantheon egizio.
La sua conservazione
Conservato per millenni nelle aride sabbie dell’Egitto contro ogni intemperia possibile, il papiro di Ani sopravvive fino ai giorni d’oggi e funge come testimonianza della ricerca della vita eterna da parte degli antichi egizi, che come sappiamo erano la massima espressione di questa tipologia di pensiero e di esoterismo nell’antichità, tra le varie culture.
Oggi rappresenta un manufatto significativo, che offre una finestra sul mondo complesso e mistico dell’antica spiritualità egiziana, dei suoi culti, delle sue divinità e dei suoi rituali. Il Papiro di Ani o Libro dei Morti, è una testimonianza del profondo legame che gli antichi egizi avevano con l’aldilà.
Conclusioni
Esplorare i suoi intricati testi e le affascinanti illustrazioni fornisce una comprensione più profonda delle loro credenze, rituali e aspirazioni. Il papiro Ani è una testimonianza del potere duraturo della fede umana e della ricerca dell’immortalità che trascende il tempo e la cultura. Il popolo egizio, è ad oggi ancora un grande esempio di spiritualita e profonda riflessione, forse dovute a contaminazioni di una precedente civiltà come: Atlantide, al contatto con una razza extraterrestre, con gli Dei o forse più semplicmente di altre culture ormai scomparse e dimenticate dell’era prediluviana.
Alcune testimonianze come il Papiro in oggetto, rappresentano una ritualità ed un concetto di spiritualità ed aldilà, che vanno oltre i concetti religiosi e lo spaziotempo, toccando fisicamente energie e corpi per una conservazione della propria immagine terrena e la propria immortalità; mentre l’anima o spirito viggiano nel mondo ultraterreno, guidati nel loro cammino o forse nella loro ascensione divina verso i creatori.
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