Doggerland: un’antica terra scomparsa e una cultura dimenticata dalla storia presente nei miti
Il Doggerland, 9.000 anni fa, collegava ancora la Gran Bretagna all’Europa continentale attraverso un mix di paludi, acquitrini, valli boscose e colline, al centro della quale vi era probabilmente un’isola grande quasi Creta. Nel 2015 scrissi un lungo articolo su questa terra ormai scomparsa, anche l’articolo è andato perduto. oggi quindi, voglio parlarvene in modo diverso, affrontare il tutto in una chiave di lettura mitica e possibilistica.
Non è improbabile che questa terra fertile e ricca fosse abitato da esseri umani durante il periodo mesolitico e nuove prove di questo emergono in continuazione, anche se non mi pare siano mai stati fatti seri studi sottomarini dell’area. Il doggerland fungeva da terreno di caccia ed essendo ricco di fiumi probabilmente anche di pesca e stanziamento umano.
Tuttavia, il ghiaccio si sciolse, il livello del mare si innalzò e il Doggerland fu sommerso in tempi relativamente brevi, sparendo completamente in qualche migliaio di anni, tagliando fuori le isole britanniche definitivamente dall’Europa intorno al 7.000 a.C.
Alla finde dell’ultima grande era glaciale
Alla fine dell’ultima era glaciale, la Gran Bretagna formava l’angolo nord-occidentale di un continente ghiacciato che ricopriva ancora parte dell’Europa. Il clima in via di riscaldamento, 10 gradi in pochi secoli, ha esposto una vasta piattaforma continentale in cui gli esseri umani potevano abitare, una piattaforma fertile e ricca di risorse.
L’ulteriore riscaldamento e l’innalzamento dei mariprogressivo, hanno gradualmente inondato le terre basse. Circa 8.200 anni fa, un catastrofico rilascio di acqua da un lago glaciale nordamericano e uno tsunami provocato da una frana sottomarina al largo della Norvegia inondarono ciò che restava del grande Doggerland, anche se ancora presente.
Gradualmente la sua parte centrale rimanente si andava a ridurre, l’eventuale cultura che l’aveva abitata, si era a sua volta rintanata stanziata proprio in quell’area centrale più solida e meno rischiosa, quell’isola ormai oggi sommersa che viene chiamata Dagger Bank, forse un pezzo di terra e sabbia dove viveva un cultura avanzata e sviluppata; non parlo di astronavi, giusto per precisare.
Cosa è oggi il Doggerland
Oggi, Doggerland è una produttiva banca di pesca, con pescatori che dragano manufatti ossei fatti a mano, frammenti tessili, pagaie, canoe, trappole per pesci, resti umani di 13.000 anni fa e un teschio di mammut lanoso. Alcuni di questi artefatti hanno contribuito a fomentare le leggende delle sirene, o meglio dei sirenidi che viverebbero nel Mar del Nord, a cui vengono imputati spesso i ritrovamenti di manufatti ossei, dalla manifattura insolita ed unica rinvenuti in mare. Questo mi ricorda i viggi omerici ed in particolar modo le leggende sulle sirene.
L’isola sabbiosa che vi si ergeve al centro viene chiamata oggi Dogger Bank, ovvero Banco di sabbia nella corrente lingua olandese. Secondo gli studi geologici ed oceanici, l’isola sarebbe invariata dall’anno 7.000 a.C., anche se la sua immersione sarebbe avvenuta nel 2550 a.C.. Sinceramente io non credo sia così, presumo che si sia gradiualmente ridotta con le correnti marine ed anche, probabilmente coperta dalle stesse sabbie in epoca più recente, forse 1500-1000 anni fa, in seguito all’ultima piccola era glaciale.
Come si sarebbe presenta l’isola nel passato?
Ma la Dogger Bank, nel passato poteva essere una vera e propria isola? Secondo me si, considerando di quanto è salito il mare a livello globale, probabilmente era un’isola che sbucava dalle pianure, paludi e fiumi circostanti di al massimo qualche decina di metri; la riesco quasi a vedere, un’isola solida ma facilmente accessibile circondata da fiumi che quasi formando dei canali tutt’intorno, alcuni accessi tra questi canali erano facili da attraversare e persino da ripristinare grazie alle stesse sabbie, sulle sue roccie si sviluppava una fiorente cittadina dove era concentrato il culto dell’intero Doggerland.
Forse la mia divagazione sarà solo una visione di un sognatore o potrebbe essere l’immaginazione di uno che riesce a coglire sfaccetature per altri invisibili, sta di fatto, che sembra di descrivere la città di Atlantide, rocce basse sull’acqua, canali e fiumi alternati a barriere naturali circondano il tutto, con dei passaggi obbligati per superarli, al centro il culto di Poseidone con templi, ecc.. ed una civiltà più evoluta rispetto a quella dell’epoca.
Il Doggerland è stata una delle terre più ricche del Nord Europa come l’Adriatico la più importante e fertile pianura del Mediterraneo, era logico che gli stanziamenti periferici fondassero una cultura sui principi globali dei popoli della zona, agricoltura, pesca, caccia, ma soprattutto benessere, ricchezza e presenza di materie prime di facile accesso, ceramica, utenisleria ecc.. si svilupparono presto, come in tutte le altre civiltà questi fattori sono tra le spinte principali per lo sviluppo di una cultura più complessa che cresce e si evolve poi anche in architettura e ingengneria. Dogger Lage sarebbe stato il luogo ideale per incentrare il tutto.
Le colonne d’Ercole
Alcuni studiosi moderni che sono fermamente convinti che Atlantide non sia solo un Mito, hanno esposto varie ipotesi, tra queste ve ne è una molto importante, quella che vede Atlantide nell’Isola di Thule vicina all’Islanda, ma questo parte dalle basi conosciute, forse parzialmente errate e dalla ricerca di una nomenclatura convincente e collimante.
Ma se invece di Thule si trattasse dell’Isola di Dogger Lake? I viaggi omerici parlano di superare le colonne d’Ercole, gli argonauti raggiunsero la colchide (anche se questa da alcuni viene associata a terre a nord o a ovest dell’Isola d’Elba, le mie ricerche indicano la Colchide nell’attuale Georgia nel Caucaso, dove vivono proprio i Cochidi), lo stesso fa Platone quando parla di Atlantide, ecc. Mi interessa però generalizzare e non precisare e parlare della classica teoria secondo cui le colonne d’Ercole erano l’attuale stretto di Gibilterra.
La navigazione greca
Sappiamo per certo che i Greci e gli altri popoli del mediterraneo, intendo quelli più evoluti a livello marittimo e militare, possedevano navi capaci di affrontare bene lunghi viaggia, ma queste navi erano però limitate e potevano navigare solo in acque relativamente basse.
La nostra conoscenza infatti ci porta alla conclusione che usassero mantenersi a vista di costa per tutta la navigazione e che raramente si avventurassero in direzione del mare aperto. Secondo questo stesso principio avrebbero potuto navigare tranquillamente anche su tutte le coste di Spagna, Francia e Doggerland, facendo molte tappe di rifornimento ed incontrando poche popolazioni. Anche in questo caso si tratta di ipotesi che non provano niente, ma vogliono indurvi a riflettere.
Ma quando c’erano i greci, il Doggerland esisteva ancora?
C’è solo un problema, all’epoca dei greci, o meglio degli achei, il Doggerland non esisteva più, ormai, da parecchio tempo, inoltre, come avrebbero fatto i greci a conoscerlo? Esiste una tesi, secondo cui gli achei stessi non erano originari della Grecia, ma provenissero dal Nord Europa, e che fossero discesi fino al Mediterraneo, questa tesì fu elaborata dall’Ingegnere nucleare italiano Felice Vinci, nel suo libri “Omero nel Baltico”, ormai alla sua 5 edizione.
Torneremo tra poco al luogo da lui citato come origine del popolo acheo, ma vorrei prima aggiungere che potremmo anche essere auna migrazione di massa di un intero popolo in seguito ad un cataclisma che aveva distrutto la loro cultura o li aveva lasciati senza terre, anche in questo caso si fa risalire all’isola di Thule, ma con gli stessi presupposti errati di prima. Riprenderemo questa teoria e questi luoghi in un altro momento ed in un altro articolo.
Le rifondazioni di Atene
Questo mi porta nuovamente a considerare l’isola di Dogger Bank ad una fiorente civiltà legata a posidone, forse alle origini degli achei e quindi nella loro memoria ancestrale, tramandata poi nel tempo e riscritta in modo tipico di chi ha solo sentito una storia tramandata più volte dove si sono perse parti, come il telefono senza fili, arrivando così fino a Platone. Vi lascio a riflettere su queste ipotesi. Necessito citare due righe tratta da Wikipedia prima di proseguire:
Un riferimento ad un’antica ambientazione nordica è individuabile secondo Vinci anche in una affermazione di Platone nel dialogo Crizia, che ricorda come un tempo Atene sorgesse in una zona pianeggiante e fertile e non aspra e montuosa: si tratterebbe secondo l’autore di un riferimento all’antica Atene baltica, che ritiene possa essere individuata presso l’attuale città di Karlskrona, presso la quale si trova il toponimo di Lyckeby, che ricorderebbe il Licabetto.
Wikipedia
E se l’Ingegner Vinci c’è andato molto vicino, ma anche egli ha sbagliato perchè gli mancavano due lementi fondamentali? L’epoca giusta e l’esistenza della grande pianura paludosa di Daggerland e la sua grande isola al centro, fose tutto prenderebbe una piega diversa e alcune cose comincerebbero a quadrare.
La prima Atene poteva essere la città dorata di poseidone, l’isola andata distrutta, l’Atlantide scomparsa, i cui superstiti fondarono altre civiltà, in primis quella dei Greci. Forse l’Atene di oggi, quella della storia, potrebb anche non essere la seconda città a portare quel nome, magari e la terza, magari cercando troveremo qualcosa che ci portaa trovarne un’altra altrove, persa nel tempo da qualche parte delcentr’Europa. Ma lasciatemi sognare e traete le vostre conclusioni.
Un’altra ipotesi mitica ancora più plausibile
Ma prima di chiudere con le possibilità, vorrei lanciare un’altra pietra in questa palude ormai scomparsa. Uno dei miti simili a quello di Atlantide è quello propriamente britannico dell’isola arturiana di Avalon, che era molto più antica tra le altre cose, retaggio di Dei, magia e ormai anche di spettri.
E se Dogger Lake era l’Avalon delle storie antiche? Ispiratrice dei culti bretoni e del mito di re Arturius e la sua spada Excalibur, avuta proprio da una creatura magica femminile che viveva sott’acqua? Spirito ancestrale e magico di un’altra epoca? Riflettete anche qu suest’altra ipotesi, nel mentre vi invito a leggere anche il seguente articolo proprio sulla figura del mitico re Artù.
Conclusioni
Probabilmente i Doggermen originali sarebbero stati del Mesolitico e poi del Neolitico migranti dal continente: come altre società neolitiche delle isole, sarebbero stati sfollati/conquistati da persone di altre culture intorno al 2.500 a.C. Ma un’isola del genere proprio lì, tra la Gran Bretagna, la Scandinavia e il continente, farebbe sparire praticamente tutto della sua civiltà e la storia dell’Europa di quel periodo sarebbe irriconoscibile.
Stiamo parlando di soli 2400 anni prima della nascita degli achei, almeno secondo fonti ufficiali, che diede vita al popolo dei Greci insieme ai Dori, ai Macedoni ai sopravvissuti della cultura minoica ed altri e da cui poi nacquero le varie fasi culturali classiche elleniche come le conosciamo, senza tralasciare naturalmente le invasioni contine dall’Asia di popoli come i Kurgan e le influenze Mediterrenee di popoli come Egizi e proto Etruschi. Forse le mie ipotesi potrebbero nascondere qualcosa di più.
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