Settembre 8, 2024

Una civiltà perduta e scomparsa colonizzò le americhe? Chi è stato il primo popolo a colonizzare le Americhe? Fino a pochissimi anni fa, si riteneva che la prima cultura americana (Amerinda) sia stata quella dei Clovis, gli antenati dei Nativi del Nord America, discendenti da un mix di popoli: mongoli, siberiani e forse ainu. Inoltre, si pensava che gli umani, almeno come li conosciamo ed identifichiamo oggi, fossero arrivati in quel continente non prima di 14.000 anni fa circa attraverso lo stretto di Bering in un momento i cui l’attuale Russia e l’Alaska erano collegati dal ghiaccio oceanico.

Quindi, in questa “ricostruzione” della storia, le prime civiltà sarebbero state quelle Nord Americane, mentre Aztechi, Maya e Incas sarebbero venuti molto tempo dopo. In realta tali presunti fatti nn sono stati ancora provati se non da piccoli e singolari ritrovamenti, ma talvolta emergono prove ben più importanti e ricche che ci raccontano ben altro. Non dimentichiamo che ci sono popoli di cui ad oggi non conosciamo molto, come: gli Hopi o meglio i popoli da cui essi discendono, oppure dai vicini Pueblos e dagli antenati comuni, gli Anasazi, un popolo praticamente misterioso e sconosciuto.

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Ma anche per quanto concerne i popoli centro e sud amiericani vale lo stesso, soprattutto se tiriamo in ballo popoli come gli Olmechi e i Nazca, ma soprattutto se diamo adito ad alcuni testi antropopologici come le Cronache di Akakor che ci narranno storie completamente diverse da quelle della scienza ufficiale, ci ritroveremo ad affrontare enigmi e situazioni analoghe.

Nuove scoperte su una presunta civiltà scomparsa

Recenti scoperte, compresa l’analisi del DNA, hanno invece evidenziato come ancora una volta l’archeologia si è sbagliata, anche se generalmente non lo ammettono. Le prime civiltà delle Americhe sono stati i popoli Centro e Sud America, almeno 15.000 – 20.000 anni prima di quanto si credesse. E queste popolazioni provenivano VIA MARE (si, avete letto bene, “via mare”), dalla Siberia e da Sundaland (il continente scomparso a causa del disgelo, che corrisponde all’ attuale Indonesia e isole circostanti), probabilmente attraverso una migrazione durata anni con diverse tappe in isole sparse per l’Oceani Pacifico.

Non escludo nemmeno che città come Nam Madol, siano state fondate e si siano evolute durante il periodo di trasmigrazione magari durato anche centinaia di anni o forse millenni e che potrebbe aver incluso anche l’isola di Pasqua. Non a caso popolazioni oceaniche hanno cose in comune con la cultura Rapanui dell’Isola di Pasqua e quest’ultima ne ha con popoli antichi come i Chachapoyas o uomini delle nubi. trovate a seguire due video che vi spiegano e raccontano questa storia ed un articoli sui Moai che vi cosiglio vivamente di leggere.

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Verso il 2020 alcuni ricercatori hanno pubblicato i risultati del ritrovamento di resti umani nella grotta di Chiquihuite, in Messico. Gli scavi sono stati avviati nel 2012. Scavi più estesi sono stati poi fatti efanche nel 2016 e nel 2017. Il lavoro è stato poi pubblicato sulla rivista Nature.

Quello che è stato trovato nella grotta ha rivoluzionato completamente l’opinione degli archeologi. Lo studio, presentato dal ricercatore Ciprian Ardelean, archeologo dell’Università Autonoma di Zacatecas (Messico), e dai suoi colleghi, suggerisce che le persone vivevano nel Messico centrale almeno 26.500 anni fa, retrodatando di molti millenni la comparsa delle civiltà e in qualche modo accordandosi con i miti descritti proprio nelle Cronache di akakor precedentemente citate e da racconti Hopi e Pueblos. Trovate diversi articoli su questi argomenti, qui as eguire nell’articolo.

Il professore dice: “Ci vogliono secoli, o millenni, perché le persone attraversino la Beringia e arrivino nel mezzo del Messico”. In seguito, aggiunge: “Ci vogliono molti anni di presenza precedente per farli arrivare lì se sono venuti via mare o via terra”. In pratica è arrivato all emie stesse identiche conclusioni. Questo vuol dire che gli umani erano verosimilmente in America Centrale molto prima di 30.000 anni fa.

Ma non è tutto. Un altro centro di ricerca, ha scoperto che le popolazioni dei nativi del Centro-Sud America non hanno solo un progenitore comune, ma ne hanno ben due. Per così dire, hanno un “popolo madre”, che viene identificato come “popolazione Y”, e che sono gli abitanti originari di Sundaland del lontano passato, all’incirca al tempo del Disgelo. Ma hanno anche un “popolo padre”, che sono gli Iñupiat, provenienti dalla Siberia. Anche in questo caso gli scienziati sono arrivati alla mia stess logica deduzione, anche se io ho aggiunto il ceppo mongolico che comunque si introduceva in Siberia.

Queste scoperte rivoluzionano dalle fondamenta tutte le credenze archeologiche sul passato delle Americhe e sconvolgeranno nel tempo le molte teorie archeologiche, considerate dai detrattori ed accademici assolute certezze e assoluti fondamenti, ma che sono invece spesso basati su ottusaggine, scarsi dati e prove per nulla certe.

A chi appartenevano allora le rovine più antiche ritrovate in quelle terre? Quale civiltà del passato riusciva a creare geopolimeri in cima alle Ande? Chi ha creato i giganteschi disegni dei Nazca e soprattutto a che scopo? Ed ancora una domanda nasce spontanea: se 30.000 anni fa la gente era in grado di viaggiare dall’Australia in Centro America, cosa impediva loro di andare dal Centro America in Egitto, come sembrano indicare ormai diverse evidenze proprio archeologiche e condizionamenti culturali conclamati fino ad impiantare credenze religiose e miti praticamente sovrapponibili?

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