Sarcofagi sacri ai bue Api di Abu Simbel e gli Anunnaki
Da anni si dibatte sul vero scopo di questi enormi sarcofagi il cui utilizzo non è mai stato chiarito, anche se l’archeologia accademica si ostina a negare le evidenze ed a sostenere la barzelletta che fossero sepolture dei sacri Bue Api. Nel 2013 avevo dedicato un intero articolo a questo tema, poi riportato in questa sito a questo link: Tori sacri e gli Dei delle antiche civiltà.
Andiamo quindi in Egitto, dove da molte generazioni si discute di diversi misteri, uno dei quali a tutt’oggi ancora irrisolto parla di buoi giganti o forse più semplicemente di giganti; stiamo parlando dei sarcofaghi di Abu Simbel nel tempio sotterraneo chiamato Serapeum, dove la storia e l’archeologia ufficiali ci raccontano delle tombe sepolcrali dov’erano custoditi i corpi mummificati dei buoi sacri Api.
In realtà non è mai stato trovato un solo corpo imbalsamato all’interno di uno di questi sarcofaghi, e neanche fuori da essi e non solo dei famigerati Api, ma di nessun tipo di bovino. Tutte le teorie (perché di teorie si tratta) in realtà sono state elaborate solo: in base al preconcetto secondo cui, i Sarcofagi fossero troppo grandi per un corpo umano, ma capaci di contenere il corpo di una mucca adulta o di un toro. È più probabile invece che tali sepolture (se di sepolture si tratta) fossero preparate o adibite ad ospitare corpi umanoidi decisamente più grandi. Forse gli Dei di un tempo?
Uno studioso di nome Brien Foerester ha elaborato negli ultimi periodi degli interessanti video che spiegherebbero in qualche modo, cosa sono questi sarcofaghi a cosa servivano i tunnel all’interno dei quali sono custoditi e soprattutto le probabili tecnologie (addirittura più avanzate di quelle di oggi) utilizzate per la costruzione di tutti i misteriosi luoghi dell’antico Egitto.
I sarcofagi di cui stiamo parlando pesano oltre 100 tonnellate ciascuno, sono perfettamente squadrati e di dimensioni identiche e non si capisce se i coperchi non siano mai stati chiusi o in realtà scoperchiati successivamente, magari da tombaroli o per far sparire il contenuto; alcuni di questi sono scheggiati o rotti, ma la maggior parte di essi sono integri e scostati come quando si deve tirar fuori una mummia imbalsamata.
Cosa contenevano i sarcofagi realmente?
Forse, sarebbe opportuno chiederci se questi presunti sarcofagi: abbiano mai realmente custodito dei corpi, come per esempio quelli di un Nephilim o di un Anunnaki e magari questi siano stati successivamente asportati dai sarcofagi e fatti sparire in modo meticoloso. Non ci sarebbe troppo da meravigliarsi. In effetti, reputo molto possibile questa ipotesi, in quanto sembra che i sarcofagi siano stati aperti frettolosamente e sia stata fatta sparire ogni traccia di ciò che contenevano.
L’era del Toro e Gilgameš
L’Era del Toro è un’era astrologica che, sarebbe iniziata nel 4319 a.C. e sarebbe terminata nell’2159 a.C. con l’inizio dell’Era dell’Ariete. Equivale circa al periodo iniziale della Storia antica (dal 3500 al 2000 a.C.) e ad un periodo mediano dell’Età del ferro (dal 10000 a.C. a oggi). Gilgameš uno dei più importanti regnanti di Uruk viene raffigurato come uccisore del toro sacro o cieleste, vediamo cosa riporta Wikipedia a riguardo:
Nell’antica mitologia mesopotamica, il toro celeste è una bestia combattuta da Gilgameš. La sua storia è presente in due differenti versioni: la prima è raccontata nel poema sumerico Gilgameš e il toro celeste, la seconda nel poema accadico Epopea di Gilgameš.
Wikipedia
Sarebbe quindi, non solo plausibile, ma verosimile, che se Gilgameš che regnò sulla potente città, che sorgeva sul fiume Eufrate, nella terra di Sumer dal dal 2041 al 2034 a.C., (così si presume), abbia vissuto proprio dopo l’era del Toro è sarebbe quindi verosimile che i Tori sacri sacrificati o uccisi da lui ed altri in ogni dove, erano raffigurazioni cielesti della fine astrologica di un’era.
Gilgameš fu il quinto sovrano di questa città dopo il Diluvio. Fu lui a far innalzare le mura della città di Uruk e ad egli fu scritta la grande e discussa Epopea di Gilgameš. Siamo quindi davanti ad un fautore del cambiamento. Ma questo esempio da solo non basta.
I Tori sacri di Micene e l’era del Toro
La civiltà minoica è una cultura dell’età del bronzo, questa sorse sull’isola di Creta approssimativamente nel 2700 a.C. e terminò la sua corsa per l’egemonia mediterranea nel 1400 a.C., quando fu assorbita dalla civiltà micenea.
La leggenda del Minotauro ucciso da Teseo nel labirinto dove era rinchiuso, potrebbe essere una metafora della fine dell’era del Toro, così come durante le prime fasi della cultura minoica erano sacri i Tori durante l’omonima era, tori che venivano usati per giochi e feste e venivano guarda caso anche cavalcati come in Egitto e quindi erano anche in questo caso enormi, nelle successive raffigurazioni venivano uccisi durante i giochi, come a confermare la fine proprio dell’era del Toro.
L’idolo sacro dell’Esodo ebraico e la memoria dell’era del toro
Gli ebrei portarono un toro sacro come idolo d’oro o forse lo forgiarono nel deserto. L’esodo degli ebrei dall’Egitto sarebbe avvenuto tra il 1500 a.C. e il 1200 a.C. troppo tardi per essere collegato alle faccende del toro sacro Egizio o di altri popoli? Quindi?
Dio punisce tramite Mosè gli ebrei che adoravano il toro sacro e li fa sprofondare nella terra, perchè legati ad un culto antico e superato, quello del toro sacro dell’omonima era, ma eravamo già in quella dell’Ariete, che guardacaso prende il sopravvento in molte culture, dove il toro sacro aveva un ruolo importante, questo viene sostituito gradualmente dall’ariete. Non è un caso che Mosè venisse rappresentato con le corna di capra o di ariete, come a rappresentare il Profeta della nuova era zodiacale.
Toro ed ariete per Celti e Norreni
Il “Tarvus” è un animale possente, simbolo di prosperità, fertilità, ricchezza, legato profondamente alla terra di origine, in pratica un toro sacro, cavalcato da Taranis, il signore del fulmmine dei Celti, in pratica Thor dei Norreni e Donner dei Germani. Ineffetti Thor, che è successivo, guidava un carro con due arieti, non montava più un toro sacro come per i Celti. Allo stesso tempo il Tarvus, è connesso simbolicamente al cielo attraverso le eleganti corna falciformi protese quasi in ossequio alle divinità esattamente come per i Bue Api Egizi.
Conclusioni sul bue Api
Se da una parte abbiamo compreso con prove alla mano che il Bue Api non è mai esistito e che erano raffigurazioni statuarie e cavalcabili che rappresentavano un era passata. Quindi che i sarcofaghi in questione non hanno mai contenuto buoi, mucche o altri animali e persone, permane il fatto che questi siano stati trovati vuoti e che il loro contenuto non è accessibile. Cosa contenevano quindi queste tombe, se mamai hanno contenuto qualcosa di organico, mummificato, ecc.?
Dobbiamo riflettere sul fatto che i sarcofagi, quando vengono saccheggiati vengono aperti frettolosamente, le mummie vengono profanate raramente, al contrario dei teosori; in ogni caso i resti del contenuto vengono sparsi attorno o lasciati dentro, ma non c’è apparentemente mai stato nulla di tutto ciò.
Conclusioni sui Sarcofagi
Alla stessa maniera che abbiamo visto in una precedente notizia, che ci indicava la deliberata copertura di due gigantesche piramidi più grandi e antiche di quelle della piana di Giza, notizia mai confermata e sparita subito (Non so se ricordate, che nelle teorie espresse da Zecharia Sitchin c’è quella di due gigantesche piramidi utilizzate come torri di controllo per lo spazio aereo e il corridoio di atterraggio delle navette).
In altri scritti si parla invece di piramidi speculari, ovvero che ad ogni piramide all’aria aperta ve ne corrisponda una rivolta verso il basso e sotterranea che parte dalla base della prima. Ci sono molti motivi per avere dubbi su questi reperti ed il loro scopo e altrettanti per tralasciare gli studi accademici a favore dell’archeologia del mistero. E’ infatti molto più plausibile che avessero uno scopo completamente diverso e che fossero stati costruiti da giganti per i giganti, appunto dagli Anunnaki. Ma appena possibile approfondiremo ulteriormente.
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