Il caso di G: sogni o interazioni aliene?
Giuliano, che da ora in poi chiameremo G, nasce a Palermo e la sua storia inizia nel 1988, si protrae sostanzialmente per decenni e non si può escludere che viva ancora delle interazioni aliene. A soli 13 anni, avviene il primo episodio di un probabile contatto e di interazione con extraterrestri.
Il primo avvistamento ed il missing time
G si trova in un parcheggio in mezzo alla campagna insieme ad un’amica (anche lei tredicenne), quando improvvisamente si ritrova con lo sguardo all’insù, tra: il perplesso, lo sbalordito e lo spaventato.
Egli per un attimo, osserva un uovo infuocato ed incandescente come fosse fatto di plasma arancione (quasi rosso intenso, ovvero come bruciasse ad altissima temperatura), che dopo pochissimi attimi, mentre spariva in cielo all’insù in un turbine a forma di spirale si era impresso indelebilmente nella sua mente. Giuliano ha poi guardato dritto negli occhi la sua interlocutrice, altrettanto spaventata, perplessa e sbalordita. I due amici, dopo qualche istante di smarrimento, si pongono in contemporanea la stessa domanda “hai visto anche tu la stessa cosa?”. La risposta è stata per entrambi perentoriamente sì. Di quell’episodio i due amici non hanno più parlato per decenni.
Le domande turbinavano in quel momento nel cervello di G; ma le parole non usciranno mai dalla bocca (a parte quella breve domanda e la sua breve risposta), non preferirono alcuna parola. Le stesse domande si ri-presentano ciclicamente nella sua mente nell’arco dei decenni successivi, una miriade di volte. Egli guarda l’orologio è passata l’1:00 di notte, qualche minuto prima aveva guardato l’orologio ed erano appena le 11 e 23 minuti. Perplesso si guarda intorno come stordito, con la sensazione di aver perso qualcosa, di averla smarrita e di non ricordare cosa. Poi subentrarono altri fattori e la serata si concluse in modo abbastanza brusco.
Il secondo episodio
A distanza di un anno, Giuliano fa uno strano sogno. Ma siamo sicuri, che si è trattato realmente di un sogno? Purtroppo non esistono elementi sufficienti per sostenere l’ipotesi abduction, tanto quanto, non esistono elementi a sostegno dell’ipotesi sogno. Ovviamente, è facile pensare, che si sia trattato soltanto di un sogno di carattere sessuale in periodo puberale, d’altra parte in quella fascia di età è cosa frequente. Ma proprio per la sua frequenza di sogni erotici G, ritiene da subito, che in questo sogno sia tutto completamente estraneo e diverso e non volto al piacere sessuale.
Un sogno erotico in un ambiente buio, tetro e strano
Ma in cosa consiste il sogno fatto da G? Egli si ricorda perfettamente di essersi svegliato su un freddo letto di metallo quasi perfettamente lucido. Si ricorda perfettamente di essere completamente nudo e con i brividi in tutto il corpo, come febbricitante.
Si trovava in una stanza buia, apparentemente fredda e con degli sfiati lontani di vapore. Distingueva appena delle ombre accennate nello sfondo scuro e tetro. Qui in mezzo a questa oscurità, una sagoma sinuosa è alta almeno un metro e ottanta, bellissima, bionda con gli occhi azzurri, ed un aspetto nordico ma insolito si manifestava come un miraggio che appare pian piano. Era vestita con una tuta azzurra ed attillata, che accentuava quel corpo atletico e sinuoso, come si vede nei film di fantascienza. La donna andava verso di lui. G era immobile, imbarazzato è bloccato, come da una forza invisibile, che lo teneva saldo in quel lettino metallico.
La creatura nordica non era umana pensava G, mentre la guardava togliersi quell’attillata tuta e la vedeva che gli saliva di sopra. Dapprima, lo abbracciò per riscaldarlo, poi strusciandosi ed infine accarezzando il suo corpo lo fece eccitare.
Era tutto velato, come se la luce venisse assorbita in gran parte da quella strana oscurità. La voce della donna nordica era calda, sensuale e suadente anche se triste, i pensieri di G erano focalizzati più su quest’ultima cosa, che sul resto.
La stupenda donna nordica
Lo sguardo di quella creatura meravigliosa era tanto comprensivo e consapevole, quanto spento e sconsolato. Era uno sguardo tipico di chi comprende una vittima, ma è a sua volta costretta a compiere quelle gesta. Lei stessa era quindi vittima, ma di chi?
Il rapporto è intenso e piacevole per entrambi, G è bloccato non può usare le braccia, né muovere le gambe oppure il collo; egli può soltanto girare la testa lateralmente e alzarla per guardarla nel viso. Mentre fa questo, la vede piangere, con le lacrime che le scorrono lungo le guance, mentre gli sorride e prova piacere, questo lo confonde e gli fa perdere l’eccitazione, costringendo a concludere il rapporto prima della sua fine. G comprende dopo anni, che lei era manipolata da qualcuno. Questo qualcuno usava il suo corpo come un contenitore per raccogliere il seme.
Mani forti e ossute afferravano la bionda nordica da entrambi i lati e la portavano via con poca cura e nessuna delicatezza. Era sollevata e trascinata via, come se si fosse trattato di un oggetto di uso comune, quasi un soprammobile o una bambola di pezza. G si svegliava subito dopo nel suo letto, sudato ed infreddolito. Nella sua testa impresse quelle immagini e stranamente per nulla eccitato. Il suo inguine è però ricoperto da una strana gelatina, che da grande assocerà a quella di un ecografia. Ma da subito si rende conto di non aver avuto una polluzione, come si può invece pensare.
La terza interazione aliena
Questo stesso episodio accadrà all’incirca una volta all’anno fino all’età di 17 anni nel 1992. Quella volta però accade qualcosa di strano e diverso; questa volta G ebbe la netta sensazione, che quella figura bionda con gli occhi azzurri, alta e nordica, non solo non fosse la stessa delle altre volte, ma sente un cattivo odore e delle sensazioni sgradevoli nei suoi confronti. Man mano che la figura si avvicina, con un quasi beffardo ma bellissimo sorriso, come fosse quasi stampato in una maschera, le sgradevoli sensazioni aumentavano.
Il tutto procede come le altre volte (almeno inizialmente) ma nel momento, che inizia il rapporto vero e proprio, accade qualcosa di strano. Le sensazioni di G, lo svegliano dal torpore e gli permettono di vedere il reale aspetto della creatura, che si era sostituita alla bionda nordica. Si chiederà per molti anni che fine avesse fatto la splendida donna aliena.
Ciò che vede e orrido e spaventoso, china su di se, si trova una gigantesca mantide che lo sormonta fino ad un altezza di almeno 2,5 metri, nonostante essa, fosse inclinata sulle zampe posteriori. Il colore marrone ed irregolare, le zampe lunghe e relativamente esili, i peli ispidi e gli occhi neri e profondi in quella testa quasi triangolare lo spaventano e quella terrificante paura, lo sblocca dal suo lettino e gli consente di scalciare alla testa e al collo di quella mostruosa mantide che lo sovrastava e lo terrorizza. Come di incanto tutta l’oscurità si dirada e si ritrova nel suo lento sveglio e sudato, agitato e spaventato a morte. Non dormirà più per almeno due notti.
Conclusioni preliminari e pensieri di Giuliano a distanza di anni
Con questo episodio egli ha interrotto forse quel processo, che ormai accadeva da anni. Senza consumare quel falso rapporto sessuale, egli ha forse innescato un nuovo meccanismo? O più verosimilmente lo sviluppo delle sue sensazioni e la capacità di interrompere il controllo mentale gli hanno permesso forse, più verosimilmente, di sbloccarsi dalle immagini proiettate nella sua mente per poter agire indisturbati? In effetti a G accadono altri episodi negli anni successivi, ma questi vertono su altre sperimentazioni e con non poche differenze rispetto ai precedenti contatti.
A distanza di anni, Giuliano è riuscito raccogliere sufficienti differenze tra i vari “sogni” che ricorda bene: le prime tre volte la donna era la stessa, ed era veramente una persona con sentimenti, piaceri e sofferenze, l’aspetto era nordico ed era stupendamente bella, ma non umana. Probabilmente si trattava di una prigioniera di razza nordica, usata per condurre esperimenti di ibridazione della specie e/o raccolta di liquido seminale per gli stessi scopi. Nel quarto episodio, quella figura non era più presente, per le cose andate male nel terzo, ed al suo posto c’era la proiezione distorta di quella stessa figura, elaborata dai poteri mentali della mantide. Quest’ultimo essere era evidentemente capace di manipolare i pensieri umani.
I fattori scatenanti della rivelazione
Lo scopo di questa manipolazione era quasi certamente, di far credere di avere un rapporto con una donna nordica e reale, cosa che era in effetti nei desideri di giuliano, come le precedenti volte, al fine di rendere il tutto più piacevole. Infine quindi, di prelevare con uno strumento che teneva in una delle mani, il liquido seminale.
Le sensazioni sentite da G nel quarto episodio di interazione aliena, sono riconducibili all’esperienza acquisita dal soggetto, che gli ha consentito di percepire le differenze nella scena. Questa era ormai ripetitiva ogni volta e piacevole dal punto di vista sessuale. L’affinamento dei sensi, lo ha portato a percepire però anche altre diversità, come per esempio il cattivo odore non presente le altre volte. Quest’ultimo punto è importante, perchè tutte le informazioni che abbiamo sugli alieni di tipo Grigio, Rettile, ecc. ci dicono che non possono camuffare il loro cattivo odore, che a noi risulta molto sgradevole.
Conclusioni
La paura e la rabbia crescente, che gli hanno permesso: prima di vedere cosa realmente gli si parava davanti, come se si fosse liberato della manipolazione mentale, ed in secondo luogo di sbloccare il proprio corpo. Questo è probabilmente bloccato a livello inconscio, piuttosto che da campi di forza di energia o di qualsiasi altro tipo. In ultima fase, gli permette anche di reagire con violenza e liberarsi in qualche modo a noi ignoto dalla presa mentale. Questi sono stati i fattori scatenanti che lo hanno portato a reagire.
Sembra ovvio, che l’episodio avvenuto nel lontano 1988 in compagnia di un’altra persona, non solo sia stata una prima esperienza di abduction, ma sia stato l’evento, che ha poi consentito e dato accesso gli altri esperimenti, esami, prelievi eccetera.
Quella che i due giovani hanno visto sopra le loro teste era la scena finale dell’abduction. In pratica ricordano il momento in cui erano lasciati a terra nel luogo dove si trovavano prima e dove poi appunto vedono l’astronave. Questo perchè certamente gli erano stati rimossi i ricordi del tempo perduto. Questa astronave vola via in un batter di ciglio, che si lascia dietro una scia luminosa a forma di spirale. Questi ultimi eventi sono molto frequenti nei racconti degli addotti, che ricordano solo dopo che sono stati lasciati. Non è mai stato possibile approfondire ulteriormente questi casi con le dovute ipnosi regressiva. Mi riserbo di scrivere un altro articolo per raccontarvi altri episodi emersi negli anni nella vita di G.
Share this content:
Commento all'articolo